mercoledì 16 maggio 2012

da: Manuale di Pedagogia Interculturale

Incontrando il corpo dell'altro incontro la prima dimensione della sacralità; in questo senso l'unione di due corpi nell'amore tocca una dimensione peculiare della sacralità: si tratta di un affondamento di sè nell'altro e dell'altro in sè, di un ricevere l'altro e all'altro offrirsi che ritroviamo nell'amore e nell'orgasmo; se l'orgasmo è perdita di sè nell'altro/a, se è imparare ad abitare i ritmi dell'altro/a, se è un cedere all'evento, allora esso è il paradigma di una forma di conoscenza alternativa. Perdersi nell'altro per ritrovarsi è però possibile solamente per personalità abbastanza forti da non soccombere; questo è l'amore adulto [...].
Si può amare anche attraverso la logica e il concetto, anche attraverso la poesia o la ragione; si può incontrare l'altro con una carezza ma anche con un trattato di sociologia che delegittimi i delirio neo-razzisti; amare perdendosi dentro l'altro/a è un modo di instaurare una nuova forma di conoscenza, o meglio di restaurarla, di farla tornare dall'esilio. Ma il corpo dell'altro è anche ostacolo, difficile convivenza, conflitto: affrontare queste negatività e non negarle in modo semplicistico in nome di un irenismo di maniera, è la vera lotta per la pace e la convivenza.

[R. Mantegazza]

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