lunedì 30 aprile 2012

Sempre più giù

Cos'è che piange dentro?
Chi è che soffre così tanto, così intensamente da non riuscire a trattenere quella pioggia salata?
Un film preso "a caso", sentito nominare molte volte ma mai avvicinato prima di stasera.
Immagini, parole, sequenze che dicono di me, delle mie paure, della mia tristezza.
Ecco cos'è: il vuoto dentro della solitudine. Il vuoto dell'abbandono - o di quello che io sento e vivo come tale.
Quella sensazione di allontanamento che io non voglio, che subisco, che qualcun'altro sceglie al posto mio.
Quanta fatica dio mio.
Quante parole vorrei dire, dirti, scrivere, raccontare. Ma si nascondono - le parole - in un groviglio senza inizio né fine.
Mia madre e mio padre - per fortuna - mi hanno dotata di una finissima sensibilità che anche adesso, nonostante tutto, non posso che definirla un grande pregio. Perfino quando mi mette in difficoltà, mi lega a sé senza darmi la possibilità di liberarmi urlando, parlando, dicendo.
A cotanta delicatezza deve corrispondere altrettanta gentilezza, nel cuore, nell'animo di chi pensa di poterne/volerne vivere e godere.
Genitlezza che forse ho incontrato - forse. Qualche mese fa. Anni or sono. Vite ormai dimenticate.
Tante cose mi stanno aiutando a ricomporre il puzzle della mia esistenza - di adesso.
Letture, studi, racconti, immagini, riflessioni. Ogni cosa è un piccolo contributo alla realizzazione della comprensione di quel che sono, della donna che oggi vive in me, dei miei desideri, delle mie paure, delle mie angoscie, delle mie inquietudini.
E il più delle volte la comprensione genera consapevolezza. Dei propri limiti. Delle proprie sofferenze.
La forza abita nel coraggio di volgere lo sguardo proprio verso di essi, per accogliere, abbracciare e trasformare quel dolore in esperienza - quindi vita.
Mi commuovo nel riconoscere nella storia delle persone a me più care similitudine di vissuti.
Tutti questi bambini dimenticati, inascoltati, abbandonati, non considerati, a tratti non voluti mi lacerano il cuore, lacerano il cuore della bambina dimenticata, inascoltata, abbandonata, non considerata, a tratti non voluta che sono stata.
Emotivamente parlando, perchè nei fatti ho sempre vissuto in una casa calda, accogliente; ho sempre cenato ad una tavola riccamente imbandita, affollata, rumorosa. E quel che più mi duole e mi fa star male è che i miei genitori e i miei fratelli hanno sempre avuto ed hanno tutt'ora un amore infinito, senza confini per me; l'unica macchia - su quel grande Amore - è stata (ed è lievemente ancora) l'incapacità di esprimere i sentimenti (belli e brutti, indistintamente).
Ma quella piccola macchia ha creato un'ombra dentro di me, un'ombra che in alcuni momenti si fa più precisa, definita e apre una voragine dentro la carne che pare si strappi.
In questi momenti l'unico strumento che un pò allevia il dolore, l'incapacità di esprimermi, le paure è la scrittura.
Pane per il mio cuore, ancòra di salvezza della mia infanzia, della mia adolescenza e ancora compagna di avventure nella mia adultità.
E il Daimoku, faro nella notte.



giovedì 26 aprile 2012

Dentro al cuore - mio


Di una dolcezza preziosa.
Di un'intensità profonda.
Di una profondità senza fine.
Di una bellezza rara,
forse mai vista.









- pensiero

Nuda vita
nel corpo
il sentimento -



[una mattina, da poco sveglia]

sabato 21 aprile 2012

Abbraccio

Materializzazione di un affetto -
Gesto di fusione -
Fisicità comunicante amore -
Atto del bene -
Corpo del sentimento -
Sentimento nel corpo.

mercoledì 18 aprile 2012

da adesso -

Trenta giorni, da adesso. Da ieri sera.
Trenta giorni per imparare ad accettarmi, ad accogliermi.
Trenta giorni per trovare il coraggio di amare il mio passato, i miei errori, il mio karma.
Trenta giorni per crescere e andare avanti, oltre, laggiù.
Trenta giorni per smettere di arrabbiarmi e dare più peso al cuore.
Perchè le briciole, nella pancia del mio cuore, si perdono.

mercoledì 11 aprile 2012

--- sulla lettura

Leggere significa acquistare consapevolezza di se stessi, vivere con più pienezza la vita della nostra mente. Nei libri, per questo, noi troviamo una fonte di esperienze vitali, che non sopporta surrogati. La parola letta non è uno spettacolo che può essere seguito distrattamente, parlando d'altro. Leggere è una attività che ci impegna, che mobilita le nostre risorse interne, che esige il nostro giudizio intimo. Leggere è razionalizzare, criticare, costruire. Nei libri noi incontriamo le sterminate riserve dell'immaginazione. E non parlo solo delle grandi opere di poesia o di narrativa in cui uomini di ogni tempo hanno dato voce e sentimenti relativamente senza tempo, a dolori di sempre, a speranze non ancora realizzate.

G. Rodari

martedì 10 aprile 2012

sabato 7 aprile 2012

06042012

"Voi... voi femmine... avete il cuore caldo... perchè c'è la tetta..."
"Ah si?"
"Si... e poi quando il cuore esplode tutti i suoi pezzettini non vanno via perchè finiscono dentro la tetta..."

[Francesco, 7 anni]

giovedì 5 aprile 2012

05042012

Chissà se quando la mia assenza sostiuirà la mia presenza qualcuno si renderà conto di quel che ha perso.
Chissà.

Non è il tempo insieme che voglio elemosinare, tantomeno il desiderio di me.
E se sono nella condizione di doverlo fare vuol dire che la mia strada e la tua non sono la stessa.