sabato 6 ottobre 2012

Riflessi

Mi guardo: sono in bagno, in piedi davanti allo specchio fissato dietro al lavandino.
Mi vedo: rischiarata dalla luce calda del tardo pomeriggio di una giornata di inizio autunno.
Mi guardo, mi vedo, mi trovo. Mi ri-trovo.
Nuda, il mio corpo di donna, femmina nei contorni, rosea, con forme lineari, rotonde, accoglienti.
I capelli sciolti mi cadono sulle spalle, non posso che osservare anche loro: riccioli senza regole, scuri, resi opachi dalla tensione di questo ultimo periodo, ma pur sempre tanti, vaporosi, folti, liberi.
Sono frangenti di istanti quelli in cui, con lo sguardo, mi accorgo di me, della mia fisicità, della mia essenza femminea sempre coperta da abiti che di femminile hanno poco. E quando arrivano, quegli istanti, mi folgorano di una consapevolezza che mi lascia senza parole, allibita dinanzi a cotanta realtà nascosta, dimenticata, celata, s-considerata.
Una realtà che mi appartiene, che mi è parte fondamentale.

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