sabato 26 gennaio 2013

Sul raggiungimento della Laurea


Questo traguardo che assume le forme del numero 110 e della parola lode voglio dedicarlo alle mamme dei miei genitori: fari nella notte, donne coraggiose, forti, determinate, caparbie, buone, profondamente umane; a mia madre e a mio padre, esempi da seguire; a mio fratello che mi ha fatto incontrare il Buddismo, e a mia sorella che mi ha insegnato l’amore per lo studio, la scrittura, la musica, il silenzio, la poesia; a tutte le persone speciali con le quali ho condiviso pomeriggi, mattine e notti di studio, confronto, chiacchiere, aperture, esperienze, tempo prezioso di vita condivisa; alle persone meravigliose che ho incontrato tra le quattro mura dell’università che sono diventate amiche o riferimenti intellettuali; a tutti quelli che mi hanno fatto crescere standomi vicino e a quelli che lo hanno fatto decidendo di non starmi vicino; infine desidero dedicare questo mio successo a quei pochi che speravano che non ce l’avrei fatta.

Se tornassi indietro rifarei la stessa scelta, mi imbatterei ancora nei sacrifici, nelle rinunce, nelle ri-determinazioni dei momenti di stanchezza, nello stravolgimento della mia vita: rifarei tutto infinite volte perché quanto ho ricevuto dall’esperienza appena conclusa meritava tutto l’impegno e tutti gli sforzi che ho fatto.

Direi che, forse, ho ricevuto più di quel che ho dato perchè quando ho iniziato ero certamente meno (consapevole, attenta, cosciente, etc.) di quanto sia adesso.
 

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