Questo
traguardo che assume le forme del numero 110 e della parola lode voglio
dedicarlo alle mamme dei miei genitori: fari nella notte, donne coraggiose,
forti, determinate, caparbie, buone, profondamente umane; a mia madre e a mio
padre, esempi da seguire; a mio fratello che mi ha fatto incontrare il
Buddismo, e a mia sorella che mi ha insegnato l’amore per lo studio, la
scrittura, la musica, il silenzio, la poesia; a tutte le persone speciali con
le quali ho condiviso pomeriggi, mattine e notti di studio, confronto, chiacchiere,
aperture, esperienze, tempo prezioso di vita condivisa; alle persone
meravigliose che ho incontrato tra le quattro mura dell’università che sono
diventate amiche o riferimenti intellettuali; a tutti quelli che mi hanno fatto
crescere standomi vicino e a quelli che lo hanno fatto decidendo di non starmi
vicino; infine desidero dedicare questo mio successo a quei pochi che speravano che non ce l’avrei fatta.
Se tornassi
indietro rifarei la stessa scelta, mi imbatterei ancora nei sacrifici, nelle
rinunce, nelle ri-determinazioni dei momenti di stanchezza, nello
stravolgimento della mia vita: rifarei tutto infinite volte perché quanto ho
ricevuto dall’esperienza appena conclusa meritava tutto l’impegno e tutti gli
sforzi che ho fatto.
Direi che,
forse, ho ricevuto più di quel che ho dato perchè quando ho iniziato ero certamente meno (consapevole, attenta, cosciente, etc.) di quanto sia adesso.
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