mercoledì 7 novembre 2012

Parole che aspettavano di essere scritte da un anno e mezzo

Così, come sempre, con una parola mi tocchi laddove il cuore riesce a piangere.
E mi arrabbio - anche se non dovrei - per avergli permesso di distruggerci. Lui che mi ha allontanato da te, che mi ha ferita e che mi ha fatto vedere e sentire cose fino ad allora sconosciute. Lui che mi ha portata via da te.
Ma tu nel mio cuore avrai sempre uno spazio riservato con una porticina chiusa a chiave, per la poesia che hai saputo tirarmi fuori, per la delicatezza di cui sei stato capace, per la rinascita che mi hai saputo dare.
Penso spesso a quel pezzo della mia vita: a quanto è stato bello e intenso, a quanto l'ho atteso e desiderato (o meglio, a quanto ti ho atteso e desiderato), a quanto lentamente ti sei lasciato andare...
E forse ho capito quanto nel tuo cuore mi avevi custodito e protetto, quanto del tuo mondo mi avevi dato e affidato nel momento in cui io decidevo di andare via da te.
Mi dispiace averti ferito, mi dispiace averti dato sofferenza. Non sai quanto. Davvero, non sai quanto.
E' tutto nel mio cuore: la passeggiata sul lago, la corsa in stazione, il bacio nella cucina da finire, le carezze sotto alle fronde dell'abete, la luce della luna fra le vigne, gli sguardi e i sorrisi, le telefonate lunghe ore... le attese estenuanti, gli incastri, i treni, gli abbracci meravigliosi, le parole.
Ci siamo incontrati, avvcinati, presi e poi allontanati ma le nostre esistenze saranno semrpe intrise del tempo che abbiamo vissuto insieme e per quel che mi riguarda, quello con te è stato uno degli spaccati più belli che io ricordo.
Perdonami.

Ti abbraccio, come al solito.


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